Regione Lombardia e parti sociali hanno sottoscritto un nuovo accordo quadro sulla cassa integrazione in deroga per l’anno 2012, ammortizzatori sociali pensati per le imprese artigiane e cooperative con meno di 15 dipendenti e per le imprese del settore commercio fino a 50 dipendenti. Da gennaio ad ottobre di quest’anno a Brescia la cassa integrazione in deroga ha consentito di intervenire a favore di oltre 10.000 lavoratori e di 850 aziende. L’accordo (clicca qui per il testo integrale) oltre a sostenere il reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi e ad evitare che questi ultimi siano espulsi dal mondo del lavoro, “prevede – spiega il Segretario generale della Cisl di Brescia Enzo Torri – politiche per il ricollocamento dei dipendenti, finanziando corsi di formazione e percorsi di riqualificazione per gli addetti di imprese in difficoltà».
GIORNALE DI BRESCIA – venerdì 9 dicembre 2011
Ispirato al principio per cui la miglior difesa è l’attacco, il nuovo accordo regionale sull’utilizzo della cassa integrazione in deroga per il 2012 è stato firmato mercoledì in Regione.
Tra le novità, come sottolinea Enzo Torri, segretario generale della Cisl di Brescia, c’è lo spazio dedicato alle politiche attive per il lavoro e la possibilità anche per le aziende più piccole (meno di 15 addetti) di chiedere la cassa per un anno.
La cassa integrazione in deroga è lo strumento che ha consentito in questi anni una tutela economica dei lavoratori dipendenti che non possono accedere alla tradizionale cig. In particolare, in questi due anni, hanno potuto essere difesi dalle conseguenze della crisi gli addetti delle aziende sotto i 15 dipendenti, delle imprese del commercio fino a 50 dipendenti e delle grandi società che hanno esaurito gli altri ammortizzatori sociali.
Negli ultimi due anni, spiega Regione Lombardia, sono stati protetti con la cig in deroga 160mila lavoratori e 21mila aziende lombarde.
Per quanto riguarda Brescia, nel periodo gennaio-ottobre 2011, l’Inps ha autorizzato 7 milioni di ore. Nella nostra provincia sono state 1.300 le domande presentate (cui è necessario aggiungere altre 350 richieste depositate direttamente in Regione). La Cisl di Brescia stima che siano state 850 le aziende nel Bresciano coinvolte quest’anno e che la tutela abbia toccato 10mila lavoratori della nostra provincia nei primi dieci mesi dell’anno.
L’accordo di mercoledì ha consentito di rifinanziare tutta la cassa in deroga, che sarebbe scaduta alla fine di dicembre. «Ma questa volta – spiega Torri – oltre a sostenere il reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi e ad evitare che questi ultimi siano espulsi dal mondo del lavoro, la cassa in deroga verrà utilizzata anche per politiche volte al ricollocamento dei dipendenti. Con i fondi della cassa – precisa il segretario della Cisl bresciana – saranno finanziati anche corsi di formazione e percorsi di riqualificazione per gli addetti di imprese in difficoltà».
Infine, anche le più piccole aziende potranno chiedere la cig in deroga per un anno, «a patto che – conclude Torri – ci sia l’impegno a mantenere tutti i lavoratori, senza licenziamenti, con la suddivisione del lavoro come nel caso dei contratti di solidarietà». In caso di crisi croniche, le imprese potranno chiedere la cig per sei mesi, prorogabile per altri sei se si realizza una riduzione del personale del 15%.
L’assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro, Gianni Rossoni, ha precisato che questa intesa permette di dare «centralità agli accordi sindacali anche nella individuazione di politiche attive. I percorsi di ricollocazione saranno peraltro allargati anche ai lavoratori in disoccupazione e mobilità ordinaria».
Da un punto di vista economico, la cassa in deroga viene finanziata al 60% da fondi statali (alla Lombardia spetteranno 200 milioni di euro sul miliardo stanziato a livello nazionale) e dalla Regione per il rimanente 40%.
Guido Lombardi