Sindacato e imprese in tempo di crisi. Bonanni: insieme per il bene comune
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Sindacato e imprese in tempo di crisi. Bonanni: insieme per il bene comune

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Pubblicato il 4 Novembre 2011

«Abbiamo fatto grandi passi avanti perché nella crisi le imprese e i lavoratori hanno davvero collaborato». Lo ha detto ieri pomeriggio Raffaele Bonanni, Segretario generale della Cisl intervenendo al dibattito promosso dalla Compagnia delle opere di Brescia in occasione della sua annuale assemblea alla quale erano presenti anche il Segretario della Cisl Lombardia Gigi Petteni e quello della Cisl di Brescia Enzo Torri.

Mentre la politica «litigava su tutto – ha insistito Bonanni – sindacato e imprese sono riusciti a lavorare insieme raggiungendo traguardi importanti».
Per il leader della Cisl il tema di fondo è quello di nuove forme di alleanza capaci di raccogliere e portare avanti la sfida del bene comune. Un cambio di mentalità e di strategia che può condizionare le dinamiche del mondo del lavoro. Bonnani ha ricordato che negli ultimi mesi si sono realizzati accordi impensabili fino a pochi anni fa.

«A partire da alcune rivoluzioni in campo sindacale, come la riforma della rappresentanza e dei livelli contrattuali, uno stop ragionato e ampiamente condiviso a chi ricerca nelle relazioni industriali solo spunti per l´antagonismo. Ma anche regole certe per la democrazia sindacale – con la certezza, tanto per i lavoratori quanto per le imprese, che un accordo approvato a maggioranza vale per tutti – e la deroga alla contrattazione nazionale, che fa più forti le aziende».

Sono conquiste che il Segretario generale della Cisl assegna alla consapevolezza della necessità di nuove alleanze sociali, di un nuovo spirito, lo spirito dei costruttori: «Se si esclude il settore metalmeccanico, dove purtroppo c´è un sindacato che a volte si comporta come se non fosse un sindacato, noi abbiamo rinnovato tutti i contratti senza un´ora di sciopero, e questo perché tra lavoratore e impresa ci sono la stessa dignità e la stessa responsabilità».

E’ questo il contenuto vero del patto sociale di cui l’Italia ha bisogno, equità e responsabilità, collaborazione e pari dignità. In una parola: partecipazione. Una prospettiva in cui però la politica, se saprà recuperare credibilità, deve tornare a svolgere un ruolo importante, innanzitutto ripensando se stessa, e poi ridefinendo quei nuovi modelli sociali ed economici che nascono dalla partecipazione e dalla tensione al bene comune.