I tagli del Governo penalizzano la domanda abitativa dei più svantaggiati
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Pubblicato il 21 Ottobre 2011
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Anche sul fronte delle politiche abitative la crisi economica e la riduzione dei trasferimenti dal governo centrale rischiano di penalizzare le fasce più disagiate della popolazione. A lanciare l’allarme è il Sicet Lombardia, riunito oggi per la conferenza regionale di organizzazione. “Il welfare non è sottoposto solo ai tagli, ma anche da una crisi di consenso – ha detto Pierluigi Rancati, segretario generale Sicet Lombardia nella sua relazione introduttiva -. Si è fatta passare l’idea che i lavoratori, i pensionati e gli inquilini e chi ha un disagio abitativo sono responsabili del debito pubblico. E si ritiene legittimo che dal welfare possano essere esclusi proprio coloro che ne hanno più bisogno, ma che meno possono contribuire a sostenerlo”. In particolare, sul fronte regionale, Rancati ha sottolineato il rischio che lo svuotamento dei canali di finanza pubblica per il comparto abitativo si traducano in “una sterzata verso un welfare per la sola fascia grigia della domanda, scegliendo di concentrare l’azione pubblica solo su misure di interventi e aiuto per nuove offerte abitative che utilizzano dispositivi economicamente autosostenibili”. Ne risulterebbe, secondo il Sicet lombardo, l’esclusione della domanda più svantaggiata. Alla conferenza di organizzazione ha partecipato il Segretario generale nazionale del Sicet, Guido Piran, che ha ribadito l’esigenza che la delega fiscale non riduca le detrazioni per gli inquilini e che il governo rifinanzi il Fondo sostegno affitti in misura adeguata. “In 10 anni siamo passati da un fondo con 362 milioni di euro, nel 2000, ai 9,8 milioni di quest’anno – ha sottolineato Piran –. In Italia abbiamo 150mila sfratti per morosità e la carenza del sostegno pubblico rischia di alimentare il fenomeno”. (lombardia.cisl.it)