Tre pagine del Giornale di Brescia di oggi sono dedicate ad uno “Speciale formazione e lavoro” con uno spazio dedicato anche all’analisi e alle proposte della Cisl. “Bisogna investire di più sui giovani – ha sottolineato nell’intervista Paolo Reboni, componente della Segreteria con delega proprio su formazione e lavoro – elencando poi quattro passaggi chiave del percorso.
Scrive il Gioranle di Brescia: “Un primo passo, secondo Reboni, consisterebbe nel «favorire l’accesso al lavoro dei giovani», obiettivo da perseguire «agevolando il percorso preparatorio e formativo grazie a misure in grado di facilitare la qualificazione, l’inserimento e la stabilizzazione lavorativa». Servirebbe un intervento articolato su due linee di frattura sociale, che sono «una crescente separazione tra scuola e lavoro» e «un vero blocco dell’accesso al lavoro, determinato dal protrarsi della crisi economica. All’interno di questi due fenomeni – prosegue il segretario della Cisl – la flessibilità del lavoro, che all’inizio del decennio aveva permesso l’ingresso del mercato del lavoro di molti giovani ed era orientata ad una tendenziale stabilizzazione, ha spesso preso la piega ruvida di una temporaneità e di un’incertezza sempre più forte».
In seconda battuta servirà favorire la transizione dei giovani verso un’occupazione, in modo particolare «potenziando l’apprendistato. L’apprendistato professionalizzante deve diventare canale di accesso preferenziale al lavoro. Non solo: il monitoraggio e la valutazione costituiscono una funzione strategica per ogni attività economica: dobbiamo cogliere e dare risposte ai fabbisogni di competenze emergenti. Solo così diventa possibile mettere al centro del processo i soggetti utenti/clienti del servizio formativo. Inoltre – aggiunge – le produzioni, i processi e le tecnologie sono in continua evoluzione e così anche i saperi vanno continuamente aggiornati e arricchiti».
Reboni cita poi «alcune recenti ricerche nell’ambito della formazione continua, che rivelano come il lavoratore è considerato e si percepisce come destinatario finale di un processo in cui si configura come ricettore piuttosto che come attore. Questo approccio porta i lavoratori ad assumere, nei confronti delle aziende, aspettative che si limitano alla richiesta di un’organizzazione efficiente dell’attività formativa. Solo laddove i lavoratori riescono a congiungere una buona motivazione con un approccio di tipo trasformativo richiedono attenzione alla propria crescita personale».
Ultimo punto, casse in deroga e doti riqualificazione e ricollocazione. «All’inizio di giugno in Regione Lombardia 4.785 aziende per un totale di 33.802 lavoratori coinvolti, hanno richiesto di accedere alla cassa ammortizzatori in deroga, sono state attivate dagli enti accreditati 2.496 doti complessive di cui 1.345 doti ricollocazione e 1.151 doti riqualificazione, dati che dimostrano l’urgenza di politiche di sostegno per lavoratori che rischiano di perdere a breve la loro occupazione». Per Reboni le sfide sono una dote riqualificazione che deve aumentare le competenze e veramente riqualificare e una dote ricollocazione che deve favorire la rioccupazione».