«Invece Cisl e Uil – ha concluso Galletti – continuano a procedere escludendoci, come nel caso della manifestazione nazionale che si svolge oggi a Roma proprio sui temi fiscali. Sappiano però che la rappresentatività si misura sui luoghi di lavoro, non dal numero di convocazioni ministeriali».
Il Segretario generale dlela Cisl ha risposto a Galletti con una questa dichiarazione:
“Leggo sempre con interesse le dichiarazioni del Segretario della Camera del Lavoro, sia per avere una conferma di come non si fa sindacato che per vedere a che altezza si riesce da quelle parti a mettere l’asticella della sicumera. Stamattina Galletti riesce a dire che Cisl e Uil hanno escluso la Cgil dalla manifestazione sul fisco e poi che comunque, poco gli importa, perché la rappresentanza te la danno i lavoratori e non le convocazioni ministeriali.
Qui a Roma la manifestazione è terminata da pochi minuti, con una partecipazione oltre ogni previsione. Decine di migliaia di lavoratori e pensionati che hanno chiesto al Governo una riforma fiscale con meno tasse sui redditi del lavoro dipendente e sulle pensioni, e meno tasse su chi crea lavoro.
Su questo chiodo la Cisl batte da oltre un anno e se la riforma sembra oggi possibile è anche perché non abbiamo mai smesso, portando i nostri dossier sul carico fiscale abnorme che lavoratori e pensionati sono costretti a sopportare in tutte le sedi istituzionali, in tutti i confronti, in tutte le trattative. La Cgil i dossier li consegna al rappresentante del Prefetto e subito dopo ne fa una conferenza stampa. E basta, perché da molto tempo ormai, ogni volta che c’è da prendersi delle responsabilità per tutelare i lavoratori e salvare il lavoro, la Cgil non c’è.
L’unità sindacale che ha in mente Galletti si può fare a patto che tutti diano ragione a lui. L’unità sindacale che vuole la Cisl è fatta di libertà e di responsabilità, di rispetto per tutte le culture sindacali senza egemonie di nessuno. L’indisponibilità della Cgil a queste condizioni elementari dell’unità sindacale è evidente. Mi dispiace molto, ma tocca a loro scendere dal piedistallo dove continuano ad immaginarsi.
Quella di Cisl e Uil non è una piazza rancorosa, è una piazza determinata che rappresenta le condizioni di chi nel nostro paese da sempre ha fatto la sua parte pagando fino in fondo quanto dovuto e pagando per tutti, che pretende equità e giustizia, che chiede ulteriori sforzi per recuperare risorse dalla evasione, dall’elusione, dalla tassazione delle rendite finanziarie. E’ da questo impegno che possono derivare vantaggi concreti per i lavoratori e i pensionati, le tutele delle famiglie e una attenzione particolare alle condizioni e al sostegno dei non autosufficienti.
Se la Cgil non c’è non è per esclusione ma per autoesclusione. Capisco che dopo che da sola ha organizzato sette o otto scioperi generali senza ottenere alcun risultato, la Cgil digerisca male l’idea che due manifestazioni di Cisl e Uil, fatte di sabato, al di fuori dell’orario di lavoro, possano portare a qualcosa. Ma tutto ciò deriva da un’idea di sindacato diversa, fatta di sì di mobilitazione ma anche di responsabilità e del dovere di portare risultati concreti a coloro che rappresentiamo”.