La Fim di Brescia ha riunito questa mattina nell’Auditorium di via Altipiano d’Asiago il proprio direttivo. Al centro della riunione, “il percorso sulle motivazioni e il senso dell’impegno del nostro fare sindacato a Brescia – ha detto in apertura Laura Valgiovio, Segretario generale della Fim – per ritrovare una identità che faccia perno ancora sulla solidarietà per continuare la lunga marcia della Cisl”. Parole, queste ultime, richiamo ed omaggio ad uno dei due interlocutrori ai quali la Fim ha chiesto di portare un contributo, Guido Baglioni, professore emerito di sociologia dell’Università di Milano-Bicocca e autore di un volume sui sessant’anni della Cisl pubblicato il mese scorso dalle edizioni del Mulino con il titolo: “La lunga marcia della Cisl”.
Baglioni non ha però parlato del suo libro (che sarà oggetto di una presentazione, promossa dalla Cisl di Brescia, il prossimo 17 settembre a Gardone Val Trompia), ma ha ragionato su cosa è stata e cos’è l’idea di solidarietà che sta all’origine dell’esperienza della Cisl, su come quest’idea ha plasmato gli anni dello sviluppo dell’Organizzazione e come sia rimasta poi sottotraccia negli anni del suo consolidamento, anche in ragione della velocità delle trasformazioni alle quali il sindacato ha dovuto fare fronte la storia della Cisl. Su questa parte introduttiva s’è inserito il contributo di Sandro Antoniazzi, figura storica della Cisl in Lombardia, che nelle scorse settimane ha pubblicato per le edizioni BiblioLavoro un piccolo libro intitolato: “Cambia il lavoro, cambia il sindacato” (con una prefazione di Giorgio Caprioli). I cambiamenti del mondo del lavoro sono stati sicuramente radicali e profondissimi – ha spiegato Antoniazzi riprendendo un passaggio della premessa con cui introduce i ragionamenti del libro– ed il sindacato ha introdotto innovazioni e adattamenti per rispondere alla nuova situazione. Ma il cambiamento ha toccato un livello più profondo, quello dei riferimenti etici su cui si fonda anche l’azione del sindacato.
Ed è su questi cambiamenti che bisogna tornare a lavorare se si vuole immaginare un futuro per la presenza e l’azione del sindacato. L’ampio dibattito che ha caratterizzato la seconda parte della riunione è stato un segno evidente dell’interesse e dell’attualità dei temi affrontati: una ricerca appassionata di identità nella società di oggi, per raccogliere e saper rispondere alle sfide del mondo del lavoro.