La lunga trattativa cominciata il 28 marzo del 2008 con la presentazione della piattaforma di richieste per il rinnovo della contrattazione interna, comincia a dare i suoi primi frutti.
In data odierna è stata siglata l’intesa per la parte economica del contenzioso, raggiungendo un risultato che le parti sindacali giudicano sufficiente rispetto alle aspettative, in parte mortificate da un atteggiamento non univoco dei lavoratori durante la conduzione del confronto.
L’accordo con durata triennale(2009 – 2011) prevede una parte non variabile ed una componente variabile, articolata sulla determinazione di indici di qualità, soddisfazione del cliente, presenza e redditività che se raggiunti completamente, a regime potrebbero erogare qualcosa più di 3.400 €.
Le quantità economiche concordate non sono eccelse ma in linea con quanto responsabilmente era stato avanzato e considerata la situazione del comparto non eccelsa, ulteriormente appesantita dal contesto economico-sociale in atto.
Al di là del risultato economico, la soddisfazione per la raggiunta intesa, sta tutta nell’affermazione di alcuni princìpi, una volta scontati ora sempre in discussione, quali il consolidamento di una parte del premio(per non ricominciare ad ogni rinnovo la “riconquista” del risultato precedente) ed il recupero dell’autorità contrattuale delle RSU, messa a dura prova durante questa vicenda, ma uscita rafforzata e ulteriormente responsabilizzata da un sostegno concreto delle maestranze nei momenti più difficili del confronto.
L’identificazione di alcuni parametri su cui misurare l’effettiva incidenza del lavoro sui risultati aziendali e la possibilità di poterli periodicamente confutare e discutere, allontana definitivamente la mancanza di momenti di confronto ed offre alle RSU e ai lavoratori la possibilità di monitorare l’andamento aziendale e verificarne la più o meno coincidenza con le versioni ufficiali.
Ora, archiviata la parte più “sensibile”, il confronto si sposta su un piano non meno importante e significativo: rapporto inquadramenti, qualifiche e mansioni al fine di valorizzare le diverse professionalità e flessibilità.
Auspichiamo che anche su questo versante ci sia un comune sentire e che il “lavoro” sia riportato al rango di valore aggiunto nelle strategie d’impresa e non solo come costo ed impedimento alla crescita.