Le problematiche legate alla sicurezza nelle Aziende occupano ogni giorno spazi considerevoli nelle pagine dei quotidiani, soprattutto quando sono morti bianche o gravi infortuni sui luoghi di lavoro. Ma il salto di qualità culturale di chi deve rispettare le norme e di chi deve farle rispettare, rimane ancora una scommessa non ancora vinta totalmente, anzi…. Nel novembre 2007, a seguito del trasferimento voluto dai Dirigenti di Poste Italiane dei portalettere degli uffici postali di Ossimo e Lozio all’ufficio di Borno, di quelli di Capo di Ponte, Cimbergo e Paspardo all’ufficio postale di Ceto e dei portalettere di Sellero, Saviore, Cedegolo, Berzo, Paisco e Valle di Saviore alle Poste di Cevo, i sindacati dei lavoratori delle Poste di CISL e UIL chiesero all’ASL di Breno di effettuare un sopralluogo negli uffici postali. Si erano determinate infatti situazioni di una certa preoccupazione, sia per la carenza degli spazi, per l’insufficiente ricambio d’aria, per l’inadeguatezza dei servizi igienici. Nonostante i ripetuti solleciti, non ultimo quello dello scorso 10 marzo rivolto dal Segretario di SLP CISL di Brescia al Direttore Generale ASL Valle Camonica Sebino, ad oggi né Poste Italiane né l’ASL sono intervenute per modificare le condizioni operative di questi uffici e i portalettere sono costretti a continuare a lavorare in condizioni di disagio. C’è da chiedersi come è possibile che l’ASL di Breno non sia riuscita in 5 mesi a trovare il tempo per un semplice sopralluogo. “Non ci resta che trasmette tutta la documentazione in nostro possesso – dichiara Giovanni Punzi – alla Procura della Repubblica di Brescia al fine di accertare le responsabilità dei mancati interventi ma soprattutto per costringere l’Azienda Poste a migliorare le condizioni operative dei portalettere”.
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L’ASL di Breno e le poste
< 1 min per leggere questo articoloPubblicato il 14 Maggio 2008