Quando si dice: la forza delle immagini! O meglio, la forza del cinema. La pellicola in questione si intitola “China blue”, un viaggio suggestivo e pungente attraverso il duro mondo dei lavoratori nelle fabbriche di abbigliamento sportivo. Girato clandestinamente, il film è un resoconto di quello che né la Cina, né i rivendicatori internazionali vorrebbero che noi vedessimo, ossia: come vengono effettivamente prodotti gli indumenti che compriamo. Seguendo un paio di jeans lungo attraverso la catena che va dalla produzione alla vendita, “China blue” realizza un parallelo tra il potere del mercato al consumo in occidente e la vita quotidiana del proprietario di una fabbrica cinese e di due sue giovani operaie. Jasmine Lee è una adolescente che a 16 anni è costretta a lasciare la sua casa nella provincia di Schicuan, nella Cina Sud-occidentale, per recarsi a lavorare in città come operaia in una fabbrica di jeans destinati al mercato occidentale. Girato tra la fabbrica e il villaggio sperduto delle operaie, questo film-documentario offre uno raro spaccato umano sulla rapida trasformazione della Cina in economia di mercato.
A promuovere la distribuzione della pellicola è l’ISCOS, l’istituto di cooperazione internazionale della Cisl che sta anche organizzando proiezioni e dibattiti sul territorio (www.iscos.cisl.it)