In 30.000 per dare la sveglia alla giunta regionale
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In 30.000 per dare la sveglia alla giunta regionale

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Pubblicato il 12 Aprile 2007

“Siamo in piazza perché vogliamo cambiare le cose e per dire che la politica sociale di questa giunta è ormai insufficiente verso i bisogni dei cittadini e delle loro famiglie Ci siamo sempre mossi con realismo. Abbiamo costruito su queste basi un Patto per lo sviluppo, convinti che una Regione di oltre nove milioni di cittadini debba essere governata con la concertazione e il confronto continuo con le parti sociali. Ma oggi tocchiamo con mano una realtà diversa. Più Formigoni ha governato, più il dialogo è venuto meno”. Sono parole che Roberto Benaglia, segretario generale della Fim lombarda, ha scandito questa mattina a nome della Cisl dal palco montato davanti alla stazione centrale di Milano dove è confluita la grande manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil della Lombardia. Oltre 30mila pensionati e lavoratori hanno sfilato in un coloratissimo corteo fin sotto le finestre del presidente Roberto Formigoni per manifestare contro la Giunta regionale e le sue politiche. La protesta punta ad ottenere politiche sociali e del lavoro più eque, la revisione dei ticket sanitari, un fondo per la non autosufficienza, più risorse per le case popolari, tutele per i lavoratori atipici. “Scelte sbagliate e confronti negati” lo slogan che ha caratterizzato la manifestazione, che ha visto scendere in piazza molte più persone di quelle attese. “Questa è la prima grande manifestazione contro la Giunta regionale – ha spiegato il segretario della Cisl lombarda, Franco Giorgi -. Formigoni non può governare dall’alto del palazzo: deve confrontarsi con la società. Dall’inizio di questa legislatura il presidente si nega ad ogni confronto con il sindacato, rifiuta di riconoscergli il ruolo di interlocutore e la funzione di rappresentanza sociale dei tanti bisogni popolari”.

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma molto concreta su non autosufficienza, casa, lavoro precario e sanità, ma su questi temi Formigoni ha finora negato risposte e incontri, svilendo il sistema delle relazioni con le parti sociali. Allo stesso tempo è diventato sempre più difficile trovare intese e sottoscrivere accordi formali con i diversi assessorati, mentre l’assessore alla Famiglia annulla incontri già convocati con il sindacato pensionati solo perché il sindacato ha informato i cittadini con propri volantini. Se la Regione continuerà a negarsi ad un confronto serio – questo il messaggio spedito a Formigoni – le organizzazioni sindacali sono pronte allo sciopero contro il Pirellone.