Si è svolto oggi nell’Auditorium di via Altipiano d’Asiago il Congresso della FISTEL CISL di Brescia, la federazione dei lavoratori dello spettacolo e telecomunicazioni. Una Categoria che “non può essere paragonata numericamente alle grandi categorie dell’industria – ha spiegato il Segretario generale Tomasino Ferlinghetti – la Fistel è presente in quasi tutti i contratti del settore grafici: cartai/cartotecnici, telecomunicazioni, poligrafici, fotolaboratori, sale cinematografiche, enti teatrali, radio e televisioni private”. Complessivamente nel settore lavorano a Brescia e provincia circa 5.000 addetti. “Volendo semplificare al massimo le connessioni economiche produttive e di filiera dei diversi settori che compongono la Fistel – ha aggiunto il Segretario generale – potremmo usare questa definizione: tutti i settori che concorrono a ideare, produrre, confezionare e distribuire contenuti informativi”.
I problemi di questo puzzle composito derivano da quei processi globali di cui le telecomunicazionii sono perno essenziale. Poco sviluppo, poche grandi aziende e poco internazionalizzate, scarsità di risorse finanziarie proprie per gli investimenti.
“Solo l’interazione tra politiche pubbliche di indirizzo e di investimento – ha spiegato Ferlinghetti – investimenti industriali da parte delle imprese, politiche compatibili di valorizzazione e tutela delle risorse umane e professionali in una visione di sistema possono determinare crescita economica ed occupazionale. La privatizzazione e la liberalizzazione del settore telecomunicazioni di quelle televisivo aprono, insieme al rafforzamento dei poteri istituzionali delle Regioni, una riflessione più ampia rispetto alle prospettive di sviluppo che una politica della comunicazione può determinare a livello locale”. Basti pensare a ciò che è avvenuto per la Telecom a Brescia: fino a pochi anni fa l’azienda puntava nella nostra realtà territoriale più di 1.000 addetti, ora gli occupati sono poco più di 400 e non perché il lavoro sia calato, ma perché politiche aziendali gestite con metodi al limite della coercizione hanno portato i lavoratori a scegliere le dimensioni piuttosto che subire trasferimenti in altre province in cui è stato “remotizzato” il lavoro. L’unico effetto certo ad oggi è lo scadimento del servizio per i clienti. Per governare i processi in atto occorre, secondo Ferlinghetti, “più politica, più partecipazione. Sviluppo economico e sviluppo sociale devono andare di pari passo. La nostra strada non è quella d’assecondare né una globalizzazione autoregolamentata dai poteri forti né di un estremismo che la rifiuta e la combatte. Siamo per il doppio sviluppo. La questione sociale è diventata anch’essa globale. Partecipare, concertare contrattare. Questa è l’essenza della nostra autonomia”.
Sulla relazione congressuale si è aperto il dibattito con contributi molto stimolanti per il futuro della presenza sindacale della FISTEL. Al termine dei lavori Tomasino Ferlinghetti è stato confermato Segretario generale ed eletti in Segreteria Riccardo Zumiani e Nadia Pasinetti.