Gli insegnanti di Educazione Tecnica esprimono dubbi e riserve sulla Legge Moratti. Al termine di una assemblea promossa da CGIL – CISL – UIL Scuola e SNALS, svoltasi in città, gli insegnati hanno diffuso un documento in cui denunciano innanzitutto l’assenza di informazione puntuale agli operatori della scuola dei riflessi che produce la legge Moratti e la precarietà di un percorso di istruzione centrato sulla diversificazione fra insegnamenti obbligatori e attività opzionali. Nel testo approvato a conclusione della riunione si evidenziano altri punti di crisi, come la profonda contraddizione fra i bisogni sociali ed educativi e l’abolizione di una educazione quale quella tecnica che ha storicamente permesso l’adozione di strategie di apprendimento che hanno concorso alla costruzione di competenze operative e di capacità cognitive legate al saper fare in grado di contribuire alla crescita di giovani come protagonisti e consapevoli in un mondo tecnologico; la non identificazione esplicita nella mappatura oraria di una disciplina come educazione tecnica, i cui docenti, proprio nel corso degli ultimi anni, hanno aggiornato ed affinato le proprie competenze per far fronte ad una sempre più incalzante evoluzione tecnologica e sono stati protagonisti di processi di innovazione che hanno contribuito al miglioramento della qualità della scuola; il rischio dell’affidamento dell’insegnamento di tecnologia a docenti incolpevolmente privi della necessaria preparazione, competenza ed esperienza, con il conseguente svuotamento e marginalizzazione della classe di concorso di educazione tecnica; la conferma, nel testo in bozza della circolare applicativa del decreto legislativo dell’uso degli insegnanti di educazione tecnica in funzione marginale.
Glli insegnati di Educazione Tecnica invitano i colleghi a sostenere soluzioni qualitative dei problemi che salvaguardino le proposte formative costruite nel corso degli anni, migliorandone gli elementi critici entro un rinnovato rapporto con le famiglie; a sviluppare tutte quelle iniziative, entro lo spazio già definito e garantito dalle disposizioni sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, che impediscono il radicarsi di pratiche che alimentino le opzioni delle famiglie quale presunta libertà e producono l’affermarsi di alcune discipline e/o la scomparsa di altre; a partecipare alle iniziative di lotta e di proposta promosse dai sindacati della scuola coerenti con queste finalità.
Infine, ai competenti organismi delle organizzazioni sindacali della scuola, l’assemblea ha rivolto l’invito a produrre risposte specifiche in tempi rapidi ai problemi dell’educazione tecnica e dei suoi insegnanti senza accettare soluzioni di ripiego o proposte fumose e demagogiche.