Ennesima rapina ai danni di un Ufficio Postale. È successo ieri, in via Don Vender a Brescia dove dei malviventi hanno tenuto in ostaggio i dipendenti dell’Ufficio. Durissima la presa di posizione dei sindacati dei lavoratori postali di Cgil Cisl e Uil che chiedono alla Direzione delle Poste SpA di Brescia perché non ha mai preso in esame le denunce e l’allarme sicurezza ripetutamente lanciato negli ultimi mesi. “C’è una grave sottovalutazione del problema della sicurezza e della incolumità dei lavoratori postali – spiegano i sindacati confederali – e un colpevole atteggiamento di chiusura da parte dell’azienda. Ripetutamente ci siamo appellati anche alle Istituzioni locali per un intervento a difesa del servizio postale nella nostra dimensione provinciale, ma ancora aspettiamo, al di la delle parole, una qualche iniziativa”.
Giovanni Punzi, segretario generale dei postali CISL, precisa che a Poste SpA e alle ASL competenti, sono state segnalate e puntualmente documentate le carenze di norme di sicurezza previste dal Decreto Legislativo 626/94, tra cui anche quelle dell’Ufficio Postale di via Don Vender preso ieri di mira dai rapinatori.
“Se la Direzione aziendale fa orecchie da mercante, lo scorso mese di settembre l’ASL ha risposto alle nostre ripetute segnalazioni – continua Punzi – con una nota che nel definire estemporanei i sopralluoghi nei singoli uffici postali, suggeriva di intraprendere un’azione coordinata tra ASL, i dirigenti di Poste S.p.A. e le Organizzazioni sindacali, al fine di affrontare i problemi delle carenze strutturali e impiantistiche di numerosi uffici postali”.
Poste SpA continua a investire sull’immagine (pubblicità, cartellonista, arredi, promozioni), ma dimostra un’inaccettabile superficialità quando si tratta di difendere e proteggere il proprio personale.
Il modello standard dei nuovi e costosissimi uffici postali, avvicina sicuramente i clienti agli operatori, ma espone a maggiori rischi i dipendenti postali. Gli stessi sistemi di deterrenza di eventuali rapine, mirano più a proteggere i beni che le persone.
“Cosa dovrà ancora succedere a Brescia per richiamare l’attenzione delle istituzioni sui servizi postali? – chiedono polemicamente i segretari di Cgil Cisl e Uil Poste – Se l’Azienda sostiene che le misure di sicurezza passive sono sufficienti a garantire il personale e l’ASL a non predisporre controlli, noi abbiamo il dovere di chiamare ognuno a rispondere delle proprie responsabilità, nelle forme, nei luoghi e nei modi che riterremo più opportuni per togliere il velo che Poste SpA ha steso sul servizio e mostrare la realtà dei fatti: un servizio inadeguato alle attese di una città e di una provincia come la nostra e un’azienda che non sa tutelare la sicurezza dei suoi dipendenti”.